Il Wing Chun (cinese: 永春, pinying: yǒng chūn, Eterna Primavera - vengono anche utilizzati altri ideogrammi con lo stesso suono: 咏春 e 泳春) è uno stile di kung fu derivato dal sistema di Shaolinquan (Siu Lam in una pronuncia Cantonese) del sud della Cina. Esso è uno stile di Kung Fu del sud della Cina e presenta alcuni tratti tipici degli stili di quest'area geografica (Nanquan). Il nome è l'abbreviazione di Wing Chun Kuen (永春拳, Pugilato dell'Eterna Primavera) e viene traslitterato in vari modi dalle diverse federazioni, ma nonostante il nome uguale o simile spesso vi sono sensibili differenze nell'interpretazione di alcuni princìpi
Leggenda e storia
La leggenda vuole che il Wing Chun Kuen sia stato concepito dalla monaca Buddhista Ng Mui (五枚 o 五梅, Wu Mei in Pinyin) intorno alla seconda metà del XVII secolo, dopo essere sfuggita alla distruzione del monastero di Shaolin (in realtà SiuLam poiché si trattò del più recente tempio meridionale sorto dopo la distruzione di quello più famoso detto propriamente Shaolin della provincia di Henan, nel nord della Cina). Storicamente invece, su base di alcuni scritti originali Shaolin tenuti da alcuni discendenti di monaci originali del 1600 fuggiti negli Stati Uniti ed assolutamente neutrali alla faccenda Wing Chun, sembra appurata la sua creazione come stile supremo mettendo insieme il meglio delle conoscenze marziali di Shaolin/SiuLam e dei templi/ordini associati, per creare l'arma definitiva contro la dinastia Qing allora dominante e colpevole della distruzione di Shaolin.
Sempre secondo la leggenda, lo stile deve il suo nome alla prima allieva di Ng Mui, Yim Wing Chun(嚴詠春, In Pinyin Yan Yongchun), codificatrice e riorganizzatrice dello stile presso il tempio della provincia di Kwantung (Guangdong). Per un'altra tradizione orale invece, visto che si pretendeva che lo stile fosse stato ideato espressamente per combattere i Mancesi (la dinastia Qing),sembra che gli venne attribuito il nome "Wing Chun" in quanto tale termine aveva un significato simbolico per i rivoluzionari. Yim Wing Chun sarebbe un personaggio di pura fantasia, visto che non compare in alcun modo nelle documentazioni relative a Shaolin ed alla nascita del Wing Chun, forse essa stessa facente parte della simbologia legata al nome. Altri sostengono che i migliori praticanti marziali cinesi del tempo si fossero riuniti per poter fondere le loro esperienze e conoscenze in un'unica arte marziale: la stanza dove portarono avanti tali studi venne chiamata Wing Chun ("Eterna Primavera"), a simboleggiare l'eterna evoluzione delle arti marziali.
Le versioni sulla nascita dello Yongchunquan sono varie; un altro racconto vuole che Yan Yongchun (Yim Wing Chun), durante il regno di Jiaqing della dinastia Qing, nella contea di Liancheng in Fujian , abbia creato lo stile partendo dagli insegnamenti del proprio padre , Yan Si (严四) il quale era un discepolo laico di Shaolinquan. In seguito Yan Yongchun si sarebbe sposata con Liang Botao, del Jiangxi ed insieme si sarebbero trasferiti a Zhaoqing nel Guangdong
Lungo i tempi, tra realtà e leggenda
I passaggi successivi sono alquanto contrastanti nelle varie versioni, quindi il tutto va riesaminato e confrontato. Si dice che dopo la morte di Yim Wing Chun, lo stile passò in mano a Leung Bok Chau (梁博儔, Liang Bochou ), che lo insegnò a Leung Lai Kwai (梁蘭桂, Liang Langui) e Wong Wa Po (黃華寶, Huang Huabao). Entrambi facevano parte di un gruppo operistico ambulante, conosciuto come "Il gruppo della barca del giunco rosso" (Xi yu hong chuan zhongren jiejiao 喜與紅船中人結交), gruppo che viveva su una barca in Foshan (佛山, Fat Shan), nel XIX secolo circa.
Si racconta che anche Chi Shin (Zhishan Chanshi 至善禪師, ma si trova anche Jee Sim); , altro monaco scampato all'assalto delle truppe della dinastia Qing assieme a Ng Mui, entrò a far parte della compagnia e fu proprio lui ad insegnare a Leung Yee Tai, migliore amico di Wong Wa Po e altro membro del Giunco Rosso, le tecniche del bastone Shaolin. Wong e Leung cercarono di adattare quanto appreso al proprio stile e fu così che vennero introdotte nel loro Wing Chun, che stando ad alcune ricostruzioni, fino ad allora prevedeva solo l'uso indistinto di mani nude e coltelli a farfalla (蝴蝶雙刀, Hudie Shuangdao) a seconda della necessità.
Un giorno Leung Yee Tai si ammalò e dovette recarsi dal medico Leung Jan (梁贊, Liang Zan 1828-1901), grande esperto di arti marziali, al quale trasmise col tempo le basi del Wing Chun. Leung Jan divenne un eccezionale combattente e sostenne molti incontri (ricordiamo che all'epoca gli incontri concordati erano spesso vere e proprie sfide senza regole e che a volte solo il vincitore sopravviveva), senza mai essere sconfitto, tanto da diventare famoso nel sud della Cina col soprannome di "Re del Wing Chun", divulgando così lo stile. Furono famosi anche i suoi due figli: Liang Bi (梁璧)e Liang Chunjie(梁春皆). Tra i suoi allievi ricordiamo: Chan Wah Sun (陈华顺, Chen Huashun), Ruan Qishan (阮其山), Wu Shaolei (吴少雷), ecc.
Parallelamente in tra loro diversi lassi temporali ci furono anche i maestri Fung Siu Ching e Yuen Kai Shan, che diedero vita alla propria corrente fornendo la base ad altre nate successivamente, ad esempio il primo alla corrente "Chi Sim" nata a Hong Kong più o meno a metà 20. secolo, mentre il secondo alla sua omonima, in parte a quella Yip Man (葉問, Ye Wen, 1893 - 1972), in gran parte a quella Mai Gei Wong etc.
C'è poi un'altra versione completamente diversa della storia. Sostiene che lo stile sia stato portato nel sud della Cina da Cheung Wu (张五, Zhang Wu), un maestro conosciuto come Tan Sao Ng (摊手五, Tanshou Wu, famoso appunto per il suo tansao, tecnica fondamentale). La storia inoltre sostiene che questo maestro abbia fatto la sua comparsa 100 anni prima di Yim Wing Chun, tanto più che le sue gesta sono narrate in un libro sull'opera teatrale cinese nella City Hall di Hong Kong: di lui si parla come musicista, attore e conoscitore di arti marziali. Fu lui quindi secondo questa versione ad insegnare il Wing Chun al Giunco Rosso.
Da questo punto in avanti le varie versioni trovano più punti in comune: si arrivò a Leung Jan, che insegnò lo stile a Chan Wah Sun (陳華顺, Chen Huashun), uno dei maestri di Yip Man, colui che insegnò parte del programma a Bruce Lee che lo fece conoscere all'America degli anni sessanta tenendolo come nucleo tecnico e concettuale del suo Jeet Kune Do. In occidente il Wing Chun è stato per lo più insegnato dagli allievi della scuola di Yip Man, tra cui spicca in senso commerciale soprattutto Leung Ting (un allievo di un allievo del maestro Leung Sheung, allievo di Yip Man, fondatore del Wing Tsun, di cui ha registrato il marchio), dando il via al trattamento dello stile come un marchio, favorendo il proliferare di scuole che sulla carta insegnano la medesima arte, con nome diverso, pronunciato in maniera identica, però con differenze tecniche spesso abissali. Ancora oggi il significato del nome resta per certi versi incerto: molti ritengono infatti che il significato sia letteralmente "Pugilato della Radiosa Primavera", ma recenti studi dimostrano che il primo a dare agli occidentali una tale traduzione fu proprio lo stesso Yip Man e che in altre correnti il Wing Chun era conosciuto invece come "Pugilato dell'Eterna Primavera", con tanto di ideogramma leggermente diverso ma dalla stessa lettura.
Sempre nella linea di Chan Wah Sun sono da segnalarsi Peng Nan (彭南) ed il suo allievo Han Guangjiu (韩广玖) che sono importanti protagonisti attuali del Wing Chun di Foshan. (Chan Wah Sun -->Chen Rujin 陳汝錦 -->Zhao Jiu 招就-->Peng Nan 彭南-->Han Guangjiu 韩广玖)
Lo stile
Pur trovando le sue origini principalmente negli stili animali di Shaolin (Wuxingquan), nel Wing Chun non vi sono espliciti richiami al mondo animale, ma il tutto è rapportato ad una "nuova" entità, l'essere umano. Peculiarità e specializzazione tipica del Wing Chun è il "contatto", ovvero un utilizzo della percezione tattile e cinestetica dell’azione, intenzione e biomeccanica avversaria a corta distanza. In questo caso attacchi e difese, azioni e reazioni, sono studiati "sentendo" l’avversario in contatto su di noi, solitamente ed inizialmente con le braccia, ma poi anche con gambe, spalle, busto e tutto il corpo; le reazioni durante il combattimento in contatto divengono geometricamente logiche ma soprattutto istintive e più rapide, in misura molto maggiore di quanto lo sarebbero in relazione ad uno stimolo di tipo puramente visivo. Ovviamente tutto questo si fonde in maniera omogenea ed a seconda delle necessità con il combattimento senza contatto, non per nulla il Wing Chun viene detto anche "Boxe cinese".
Non esistono "mosse" o "trucchetti", si creano delle basi tecniche da combinare inconsciamente a seconda delle necessità. Le tecniche singole non sono così numerose: l’idea, un po' come nella boxe occidentale, nella Muay Thay etc. è "minimo sforzo - massimo risultato", ovvero sviluppare reazioni il più possibile universali e che quindi abbisognano di meno "strumenti" possibili, da quì il detto secondo cui nel Wing Chun ogni tecnica non è altro che la deformazione di un pugno ed è unicamente uno strumento valido nella misura in cui lo è l'applicazione dei principi insegnati al corpo tramite gli esercizi dello stile.
I movimenti risultano esteticamente poco attraenti e per nulla acrobatici. Si riducono al minimo, sfruttando al massimo le proprie energie, amplificate e trasmesse dall’adeguato effetto leva fornito dal giusto uso del nostro corpo. Non esistono fantasie come calci volanti, urla o mistiche e nebulose pratiche esoteriche, soltanto praticità totale supportata da allenamento continuo. A differenza di altre scuole che cercano di inculcare varie filosofie etico-morali (Wude), il WingChun, in contrasto con la tradizione Shaolin da cui pretende di provenire, trasmette soltanto la comprensione del bisogno di continuo allenamento, vera via verso la padronanza di qualsiasi attività. Infatti, una buona traduzione di “Kung Fu” può essere “maestria” oppure “duro lavoro”.
Nell'immaginazione collettiva, tipici del Wing Chun sono i pugni a catena: pugni di tipo verticale, ossia con dorso della mano parallelo all’asse del corpo, portati in rapida successione che mirano a seguire l'avversario colpendolo ripetutamente finché non è in grado di opporre resistenza. Tuttavia il Wing Chun contempla praticamente tutti i tipi di pugni, allenati sistematicamente per risultare funzionali sia in contatto che ad una distanza maggiore, con un uso più dinamico delle braccia chiamato spesso "frusta", che consente al braccio di scaricare potenza dal corpo in qualsiasi posizione si trovi. Anche per quanto riguarda i calci, in realtà è presente ben più di quanto sembra, mentre applicativamente vanno solitamente impiegati ad altezza medio-bassa, anche se in certe situazioni nulla vieta un calcio al viso, altezzache viene comunque allenata per ragioni d'esercizio.
Le armi tradizionali del Wing Chun sono il bastone (gun), con la forma Look Dim Poon Kwan (六點半棍, in Pinyin Liu dian ban gun) ed i coltelli a farfalla, con la forma Bart Cham Dao (八斬刀, Bazhandao). Nelle scuole di Wing Chun incompleto, lo studio delle armi è però solitamente limitato ai livelli più avanzati poiché secondo la loro visione il combattimento a mani nude è considerato estremamente più importante di quello armato, mentre in realtà, almeno per quanto riguarda la corrente Yip Man, le armi non sono considerate come tali ma vengono usate in maniera sistematica come potenziamento attraverso specifici esercizi dello stile già a partire dalla seconda forma, Chum Kiu. Successivamente, le forme ad esse dedicate, in realtà sono livelli di affinamento di tutto il Wing Chun praticato fino ad allora.
Il Wing Chun è uno stile di Kung Fu particolarmente adatto alla difesa personale, proprio per le sue peculiari caratteristiche. Nel mondo diversi corpi di pubblica sicurezza o eserciti lo usano e si allenano in questo stile (ad esempioo NOCS e FBI). Le scuole stesse di Wing Chun solitamente mettono particolare enfasi agli argomenti di difesa personale, senza per questo tralasciare la parte più prettamente di attacco , di forma (Taolu) e di pratica salutistica .
I principi del Wing Chun
Gli otto principi del Wing Chun creano un sistema di difesa aggressiva che consente di adattarsi immediatamente ai movimenti, la forza e al modo di combattere di un aggressore. Questi principi sono estrememnte semplici. Ciononostante richiedono anni di pratica nelle forme del Wing Chun, nel Luk Sao, nel Chi Sao e soprattutto nel Go Sao con un insegnante preparato, per consentire al corpo di acquisire questi riflessi e capirne le applicazioni in situazioni reali.
Oltre gli otto principi esitono altri principi altrettanto fondamentali:
- Il principio della Linea Centrale. (Zhengwuxian yuanli , 正午线原理 )
- Il principio di simultaneità di attaco e difesa.
- Il principio del cuneo.
- Il principio della "raffica continua".
- Il principio della molla.
- Il principio dei quattro cancelli. (Simen yuanli 四门原理)
- Il principio del gomito fisso.
Alcuni di questi princìpi si compenetrano. A seconda della scuola di provenienza alcuni princìpi potrebbero sussistere e altri no, oppure taluni potrebbero essere concettualmente compresi in altri. Probabilmente i più noti, comunemente accettati e usati sono i primi tre (Linea centrale, Simultaneità attacco/difesa, Cuneo).
A ben vedere i princìpi sono caratteristici di questo stile. Queste "linee guida" hanno nella pratica del Wing Chun la stessa valenza della correttezza delle tecniche. Nel Wing Chun non possono sussitere tecniche senza princìpi.
Qui di seguito vengono riportati i principi del Wing Chun
imento
- Se la strada è libera avanza
Avanzare coperti andando a bersaglio è il principio di base. Se l'avversario non è a sua volta coperto bene dalla propria guardia, verrà colpito subito negli organi vitali.
- Se la strada è chiusa "appiccicati" all'avversario
Se l'aggressore cerca di reagire non bisogna lasciargli l'opportunità di staccarsi e organizzare un contrattacco. Perciò attaccatevi a lui come un guanto, non lasciategli il tempo di retrocedere e organizzarsi, ma continuate ad attaccarlo.
- Se l'avversario avanza, cedi
Normalmente un aggressore è fisicamente più forte della sua vittima, per questo nel Wing Chun ci si allena ad avere la meglio su forze superiori alla nostra. Il Chi sao insegna semplicemente a "svuotarsi" quando un attacco è troppo forte, e a reagire cambiando il proprio angolo e la propria posizione rispetto all'avversario.
- Se l'avversario indietreggia seguilo
Anche se un nostro attacco viene evitato, ne segue immediatamente un altro - Il Chi sao allena i riflessi a sentire immediatamente qualunque "buco" nella difesa dell'avversario e ad approfittarne immediatamente, senza esitazione.
Principi di forza
- Liberati della tua forza
Occorre essere rilassati, non tesi, per muoversi con fluidità e reagire alle azioni del proprio aggressore. Dando per scontato che non possiamo vincere lo scontro con i muscoli, la nostra stessa forza non deve diventare un freno, bensì dobbiamo lasciare la muscolatura rilassata, per poterci muovere nella maniera più continua e veloce possibile.
- Liberati della forza dell'avversario
Questo è spiegato bene nel terzo principio di combattimento. Quando un aggressore cerca di usare la forza per avere la meglio, non bisogna cercare di opporsi con altrettanta forza, ma bisogna invece far andare a vuoto la forza di chi aggredisce, per poi usarla contro di lui (come dice il principio successivo).
- Usa la forza dell'avversario
Con l'allenamento si impara che, assorbendo la forza dell'avversario, il nostro contrattacco diventa molto più potente, perché incameriamo la sua energia nei nostri arti, come molle che vengano compresse; siamo poi in grado di restituire tale energia una volta che queste "molle" vengano rilasciate.
- Somma la tua forza alla forza dell'avversario
Oltre all'energia incamerata dal contatto con l'aggressore, nei nostri colpi scarichiamo anche tutta la forza che abbiamo a disposizione.
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